DOGO ARGENTINO

Prima di parlare del potente Dogo Argentino, dobbiamo conoscere meglio il suo antenato diretto e cioè il "Perro de pelea cordobès", un cane temibile, ormai estinto, originario della regione di Còrdoba in Argentina.

Cenni Storici Perro de pelea cordobès
Questo cane era il frutto di numerosi incroci tra i migliori cani dell'epoca (Mastiff, bull terrier, boxer e l'antico bulldog inglese) e si presentava massiccio e agilissimo.

Il Perro di Cordoba era stato selezionato esclusivamente per il combattimento tra cani, nel quale eccelleva e che poteva portare avanti fino alla morte, grazie ad un'incredibile resistenza ed una altissima tolleranza al dolore.

Tuttavia era inadatto a qualsiasi altro compito, data l'aggressività verso i suoi simili e un olfatto non particolarmente sviluppato.

Il gran numero di decessi durante i combattimenti e la continua ricerca dell'aggressività da parte degli allevatori, che spesso portava maschi e femmine a combattere piuttosto che accoppiarsi, ha determinato inevitabilmente il declino di questa antica razza, sino alla totale estinzione.

Foto Perro Cordobès


Il Dogo Argentino che conosciamo oggigiorno è l'evoluzione di questa aggressiva razza canina, che nel 1920 fu incrociata con altre razze al fine di sviluppare un nuovo cane.

Il cane che ne uscì fuori da questi incroci era caratterialmente più equilibrato, sempre senza  paure e in grado di abbattere pericolosi predatori selvatici, ma allo stesso tempo si mostrava anche come un equilibrato e affidabile compagno di famiglia.



La vera Storia del Dogo Argentino
Il Dogo Argentino è una razza abbastanza giovane ed è l'unico cane nativo in Argentina.

Come abbiamo accennato, questo imponente cane è stato sviluppato nel 1920, grazie ad un appassionato di cani e di caccia, ovvero "Antonio Nores Martinez" in collaborazione con il fratello Agustin.

L'intento dei Martinez era quello di creare un cane che potesse monitorare, e all'occorrenza difendere, il proprio territorio da grandi predatori come i giaguari e i puma, e che inoltre avesse un comportamento stabile e di fiducia verso l'uomo.

Così Antonio cominciò la sua selezione con l'ormai estinto cane da combattimento di Còrdoba.

I fratelli Martinez utilizzarono 10 femmine di Cordoba di alta qualità e 9 maschi di altre razze canine quali:


Esemplare Boxer dei primi del '900

Bull Terrier

Dogue de Bordeaux

Alano

Levriero Irlandese

Bulldog

Mastini spagnoli 

Il mix di tutte queste razze diede dei risultati pazzeschi e ne uscì fuori un cane potente, agile e intelligente, ottimo per la caccia e che non si dimostrava aggressivo nè con le persone nè con gli altri animali domestici.

Dott. Martinez con 2 Dogo Argentino

I fratelli Martinez avevano previsto il risultato di questi incroci, e diedero alla luce una nuova razza che si dimostrava essere resistente e che aveva un enorme talento per la caccia in branco.


Nel 1964, il Dogo Argentino è stato riconosciuto dalla Federazione Cinofila Argentina e dalla Società Rurale Argentina.

Poi nel 1973 fu la volta del Argentina Kennel Club riconoscere il Dogo come nuova razza, e fu anche riconosciuta come prima e unica razza argentina dalla Federazione Cinofila Internazionale (FCI)

Nel 1985 in America nasce il primo Club del Dogo Argentino che designa il Dogo come cane da lavoro , e nel 2001 la United Kennel Club (UKC) riconosce la razza posizionandola nel gruppo dei cani da guardia.



Ancora oggi, il Dogo Argentino è utilizzato per la caccia al cinghiale in tutto il mondo e dell'alce in Canada, ma copre anche altri ruoli come guardiano e protettore di cose e persone, e inoltre viene impiegato nella ricerca e nel soccorso.

Il suo talento principale però è la guardia, e per questo viene utilizzato anche dalla polizia.

La razza è molto popolare in tutto il mondo, specialmente in Europa dove viene allevata sopratutto in Germania.



Riguardo la salute si dimostra un cane sano e forte, con una vita tipica compresa tra 9 e i 12 anni, tuttavia, però, alcuni disturbi possono essere presenti in questo super cane, come la sordità congenita (il 10 % dei cuccioli), la displasia dell'anca e la rogna demodettica.

STANDARD DEL DOGO ARGENTINO


CRANIO:
Massiccio, convesso sia in senso longitudinale che trasversale, per via del rilievo formato dai muscoli masticatori e della nuca.

MUSO:
Della stessa lunghezza del cranio, vale a dire che la linea che unisce le due apofisi orbitali si troverà a uguale distanza dall'occipite, come dal bordo alveolare della mascella superiore.

Abbiamo separato il cranio dal muso ma, entrambi, costituiscono la testa del dogo argentino , nella quale si condensa la tipicità della razza.

La testa è del tipo mesocefalo; deve avere un profilo convesso-concavo, cioè il cranio sarà convesso per via dell'inserimento dei muscoli masticatori, com'è classico nei cani da presa del tipo masticatore, mentre il muso sarà leggermente concavo, come è consueto nei cani di grande olfatto.

Cranio da masticatore e muso da olfattivo, perché esiste un'interazione funzionale: la capacità di seguire la traccia nel vento. Gli archi zigomatici sono molto separati dal cranio, con una fossa temporale ampia, per facilitare l'inserimento del muscolo temporale, uno dei più importanti per la fase di masticazione).

OCCHI:
Scuri o color nocciola, incapsulati dalle palpebre, che avranno bordi neri o chiari. La loro separazione deve essere grande. Sguardo vivo e intelligente ma, allo stesso tempo, di marcata durezza. (Gli occhi chiari o le palpebre rosse sono penalizzati. L'occhio gazzuolo è motivo di squalifica).

MASCELLE:
Forti, senza prognatismo, con denti ben radicati e grandi. (Non riveste importanza il numero dei molari, mentre è molto importante osservare l'omogeneità delle arcate dentali. Non devono esserci carie ne prognatismo superiore o inferiore e i canini, grandi e bianchi, devono incrociarsi perfettamente nell'atto di fare presa).

TARTUFO:
Fortemente pigmentato di nero, con un leggero stop in punta, con ampie fosse nasali.


ORECCHIE:
Attaccate sulla parte superiore della testa, erette o semierette, di forma triangolare; devono sempre essere amputate. (Il giudice non dovrà mai giudicare un dogo con le orecchie intere, ma dovrà allontanarlo dal ring). (N.d.A.: lo standard fu redatto prima della convenzione europea sul'integrità dell'orecchio).

Nelle femmine, è accettabile un taglio un poco più lungo, tipo quello del gran danese; nel maschio è preferibile un taglio più corto. Il dogo argentino è un cane da presa, da combattimento, e quindi le orecchie lunghe rappresentano un bersaglio facile che, azzanato, procura molto dolore all'animale. Inoltre, ragioni estetiche rendono necessaria l'amputazione delle orecchie.

LABBRA:
Corte, aderenti, con bordi liberi e pigmentati di nero. (si esige il labbro corto perchè il cane possa respirare attraverso la commensura posteriore delle labbra, anche durante la presa. infatti, se il labbro fosse pendulo, anche in presenza di un muso abbastanza lungo, fungerebbe da valvola di non ritorno, impedendo la respirazione suppletiva durante la presa e, obbligato a lasciare la presa per non morire asfissiato; questa circostanza è una costante nei cani con labbra pendule).

OCCIPITE:
Non deve essere in rilievo, perchè i potenti muscoli della nuca lo nascondono completamente; l'inserimento tra cranio e collo e a forma di arco. (Si confonde con la linea curva della convessità del cranio).

COLLO:
Grosso, arcuato, agile, con la pelle della gola molto spessa, che forma delle pieghe come nei molossi e non aderente come nel bull terrier. (L'elasticità della pelle del collo è dovuta al fatto che il tessuto cellulare di questa area è assai lasso, permettendo alla pelle di scivolare sull'aponeurosi superficiale; questa caratteristica ha come conseguenza che la zanna di un cinghiale o l'artiglio di un puma feriscono la pelle solo superficialmente. Quando fosse un puma ad azzannare il collo di un dogo argentino , l'elasticità della pelle permetterebbe sempre al cane di avere un certo movimento e di far presa a sua volta).

PETTO:
Ampio, profondo, dà la sensazione di avere una grande capacità polmonare. Vista di fronte, la linea sternale deve scendere sotto i gomiti. (Essendo il dogo argentino un cane da lavoro e da combattimento, è evidente l'importanza di avere un petto ampio e profondo, condizione indispensabile per facilitare la respirazione).

SPALLA:
Alta, molto forte, con grandi rilievi muscolari.

TORACE:
Ampio, visto di fianco, il profilo ineriore scende oltre i gomiti.

LINEA DORSALE:
Più alta al garrese,declina dolcemente verso la regione lombare. (Nei soggetti adulti, quando lo sviluppo muscolare della spalla e del rene sono buoni, questi visti di profilo sembrano poltrone. Visti da sopra, presentano un canale lungo la colonna vertebrale, dovuto al rilievo dei muscoli spinali).

RENE:
Nascosto dai muscoli del dorso.

ARTI ANTERIORI:
Diritti, con buoni appiombi, dita corte e ben unite. (La lunghezza delel dita deve essere proporzionata con il metacarpo.
I cuscini plantari saranno carnosi e con pelle spessa e ruvida, con callosità che permettano la corsa su terreni aspri e pietrosi, senza riportare danni).

ARTI POSTERIORI:
Con cosce estrememante muscolose, garretto corto e dita ben chiuse, senza sperone. (L'angolazione deve essere buona, tenendo presente che le zampe posteriori sono la base propulsiva della velocità e il sostegno durante la lotta corpo a corpo; non si insisterà mai abbastanza, di conseguenza sulla potenza della muscolatura della coscia. Lo sperone, facile da estirpare ne primi mesi di vita, è penalizzante in quanto carattere ereditato dal mastino dei Pirenei, ma non è motivo di squalifica).ù

CODA:
Lunga e grossa, non deve scendere oltre la punta superiore del garretto. Portata naturalmente in posizione abbassata, si alzerà durante la lotta, con continui movimenti laterali, esattamente come quando il cane fa le feste al suo padrone. (E' importante tener presente che la coda è di grande utilità, tanto nel cambio di direzione durante la corsa, dove agisce alla stregua di un timone, con un'azione compensatrice, quanto nel combattimento, dove funge da punto di appoggio, facilitando il lavoro dei quarti posteriori).

PESO:
Dai 40 ai 45 Kg

ALTEZZA:
Dai 60 ai 65 cm al garrese.

MANTELLO:
Completamente bianco. Ogni macchia, di qualunque colore, sarà squalificata, in quanto costituiscono un carattere atavico indesiderato. I soggetti bianchi con la pelle molto pigmentata di nero non saranno idonei per la riproduzione, per via del carattere atavico che presentano; carattere che potrebbe divenire evidente nei figli, qualora si accoppiassero con esemplari che presentino, in potenza, lo stesso difetto. Le piccole macchie sulla testa non sono motivo di squalifica ma, tra due esemplari di pari qualità, dovrà sempre preferirsi quello che sia completamente bianco. Ogni macchia è motivo di squalifica).

MOTIVI DI SQUALIFICA:
Occhi gazuoli, sordità, macchie sul pelo, pelo lungo, naso bianco o molto macchiato di bianco, prognatismo, labbro pendulo, testa da levriero, orecchie lunghe, altezza al garrese inferiore ai 60 cm, più di una macchia sul muso e ogni sproporzione fisica. Lo sperone è penalizzante, ma non è motivo di squalifica. 
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